Estate in quota
La stagione in montagna è ripresa
Sembra solo ieri che finalmente la neve incominciava ad abbandonare i pendii, e i ruscelli montani riprendevano la loro vita dopo un lungo periodo di riposo.
Per noi è stato un piacere lasciare le assolate pianure, e godere della frizzante aria che ci accompagna lungo le faticose salite per raggiungere le nostre mete.
Spesso la situazione meteorologica non ci aiuta, ed è facile che sul più bello si debba abbandonare in fretta e furia la zona di pesca: con fulmini e saette é meglio non scherzare.
Il fascino di questi piccoli torrenti dimenticati (per fortuna, dico io) è quello di misurarsi con pesci selvatici o almeno rinselvatichiti. Certo non ci si deve aspettare il capo trofeo, ma qualche bella sorpresa fortunatamente si può avere.
Ultimamente preferisco affrontarli in compagnia, la prudenza non è mai troppa e considerato che può bastare una piccola caduta per compromettere il ritorno, è meglio un pesce in meno ed un amico in più.
In realtà non è proprio così (mi riferisco al pesce in meno), pescando a turno, tutti i lanci e le catture sono vissute come proprie, e quindi la soddifazione è doppia.
L'attrezzatura dovrebbe essere minima, ma molto spesso si finisce sempre col portarsi dietro qualcosa di troppo che alla fine risulta essere un peso inutile, tra gli oggetti che però non vanno mai dimenticati, c'è la torcia; siamo insaziabili, ancora un lancio, ancora un altro, e in men che non si dica il buio ci sorprende. E credetemi non è bello.
Tornando alla pesca , le maggiori difficoltà stanno nell'avvicinamento, e nello spesso limitato campo di manovra.
Non possiamo avvicinarci troppo, e al tempo stesso, arbusti, rovi, massi e quant'altro ci obbligano a lanci difficoltosi. La difficoltà nell'approccio è spesso compensata dalla franchezza con cui i pesci aggrediscono le mosche, solitamente non vanno molto per il sottile e qualsiasi mosca, se ben presentata , è solitamente gradita.
Un discorso a parte sono i laghi.
La maggior parte si trova a quote superiori ai 2000 metri, oltre a prevedere un maggior tempo di avvicinamento , frequentemente sono battuti da forti raffiche di vento, e i momenti in cui il pesce è in attività è esiguo.
Qui la scelta della mosca diventa importante. Si può passare dall'utilizzo di grossi terrestrial , a piccolissimi moscerini. I primi graditi in particolar modo a salmerini e fario, i secondi alle iridee che in fatto di selettività sono maestre
Credo che meglio delle parole per far comprendere la nostra passione, ci siano le immagini.
Si studia il percorso
Salendo si incontrano affascinanti laterali, prima o poi bisognerà provarli.
Quasi alla meta
Una valida scusa per riprendere il fiato
La strada è ancora lunga
La valle si apre e si comincia a pescare
A seconda delle quote e del periodo, l'ambiente ci regala differenti fioriture.
uno sguardo a monte
....e uno sguardo a valle.
A volte "non solo pesca"
Ed ora un po' di ambienti tipici
a volte non è necessario nemmeno fare strade difficili
A volte però i posti più nascosti...
regalano i pesci migliori.
spesso non sono di taglia grossa, ma molto belle.
ecco la loro casa...
A volte lo spazio attorno al torrente è veramente ridotto, bisogna risalirlo standoci dentro e sperando che non sia già passato qualcuno, altrimenti il cappotto è assicurato.
La ricompensa della fatica
Ogni tanto qualche segno della presenza umana ci fa ben sperare in un agevole sentiero per il ritorno.
E quindi la via del ritorno, spesso al buio e con qualche incontro inaspettato.